venerdì 29 gennaio 2010

The Catcher in the Rye

Che diavolo, era da un pò che non ci lasciava qualche pezzo grosso. E per pezzo grosso intendo un VERO pezzo grosso. Per chi non l'avesso capito dal titolo sto parlando di Salinger, autore di "The Catcher in the Rye" più comunemente conosciuto come "Il giovane Holden". Mi ricordo ancora; è stato il primo libro che mi ha regalato mio padre, il primo libro che sconvolge la vita di un adolescente.
Sono convinta che gli adolescenti si distinguano tra quelli che han letto il Giovane Holden durante la gioventù e quelli che non l'hanno letto. E non si tratta di una mera classificazione da odiosa spocchiosa ma è la verità. Voglio dire, secondo me è una tappa fondamentale nella vita di un giovane; all'incirca come prendersi un'allegra ciucca adolescenziale.
Diamine alla fine tutti dobbiamo crepare prima o poi. Questione di tempo soprattutto se si oltrepassa la soglia dei 90, quando ormai sei ridotto abbastanza maluccio. Però cazzo, anche se con 91 anni, sapevo che quello spirito era ancora vivo anche se sotto forma di mummia, sapevo che l'anima di colui che ha prodotto il manifesto della ribellione giovanile respirava ancora.
Ora è morto stecchito e mi dispiace ad essere sincera. Forse perchè veramente segna la tua vita in quella fase dove i ragazzi sono del tutto plasmabili e possono assimilare l'impossibile. Forse perchè al giovane Holden sono legati molti ricordi. Forse perchè in fondo Salinger lo considero come un Marinetti futurista. O forse semplicemente perchè non ho niente di meglio da fare che scrivere su un vecchio appena morto. Pace all'anima sua va.

domenica 17 gennaio 2010

Gatsby chi?

Non vi è mai capitato di aver pensato: " cavolo se solo avessi potuto conoscere quel tipo".
Ecco a me è successo lo stesso per "The Great Gatsby". E dico cazzo se avrei voluto conoscere Gatsby.
Per chi non lo conoscesse è il protogonista del famoso romanzo di Fitzgerald.

Non ho voglia di raccontarvi la storia ma posso dire che il libro è finito troppo male. Quell'alone di mistero che fluttuava attorno a lui gli conferiva il fascino del giovane misterioso, pieno di incognite che ti attrae come una calamita. A fine libro, nonostante la morte tragica, sei ancora lì che ti chiedi: "Ma chi cazzo era Gatsby?" e continui dannatamente a non riuscirti a dare una risposta. Diamine. Mi è rimasto l'amaro in bocca. Che delusione. Forse troppa. Ma forse quel genio di Fitzgerald voleva arrivare a questo. Bastardo, lo sapeva che avrebbe lasciato quest'impressione. Come quando stai per addentare un piatto di carbonara fumante egli è riuscito a far volatizzare tutto. Infame, rimarrò col dubbio su che sapore avesse quel fottuto piatto di carbonara.

Ci sarei uscita volentieri con quel Gatsby. Magari a prendere una birra. Chi lo sa.