sabato 20 febbraio 2010

Lolita: film o libro?

Era da un pò che volevo parlare di Lolita, ma prima di scrivere su di lei volevo vedere il film di Kubrick, "Lolita" per l'appunto.
Devo dire che quel fottuto genio di Kubrick è riuscito in un certo qual modo a riproporre bene questo rapporto scabroso: lei ragazzina sui 12 anni,"ninfetta" dannatamente provocante, sfacciata, ribelle. Lui, Mr. Humbert, docente di letteratura francese, perverso, succube della giovane Lo, lobotomizzato a causa del suo innato istinto verso la provocazione.
Il film parte bene, buona rappresentazione, buona la forma da falsa-ingenua in grado di far uscire quell'odore di eros da parte di Dolores Haze. Dò un bel 9 all'attrice che interpreta il film. Complimenti perchè è entrata perfettamente nella parte della giovane ninfetta seduttrice, sfrontata, che deve solo chiedere per avere, semplicemente ripercorrendo con le sue dita smaltate il volto del cinquantenne.Sì, c'è riuscito Kubrick.

Ma. Sì, cazzo, c'è un Ma. Nabokov è stato migliore. Voglio dire, dalla penna del russo è venuto fuori un qualcosa di migliore. E parlo del gioco di sguardi descritti, degli incontri ravvicinati proibiti, di una mano che scivola attorno al collo del professore, di un'aria nella stanza che sa di libido allo stato puro. Sto parlando di quelle descrizioni non visuali ma scritte che contribuiscono a farti capire appieno l'evoluzione del rapporto tra i due. Forse il crescendo non risalta troppo in Kubrick, forse la censura dell'epoca non ha permesso al regista di poter rappresentare al meglio il libro.

Non so perchè ma mi viene voglia di fare un paragone con Bukowski anche se non ci azzecca nulla. Forse perchè sia Hank che Nabokov parlano di argomenti provocanti. Tra i due non so chi preferisco.
Il russo esprime forse una voluttuosità molto raffinata, dà più spazio all'immaginazione; egli ti dà gli input per far lavorare la tua black box . Dice e non dice, descrive il giusto per farti capire cosa succede ma sei tu lettore che deve continuare il suo abbozzo. Bello, mi piacciono i tipi come lui.
Bukowski, beh lo conoscono tutti lo stile di Hank. Se deve parlare di una scopata con una donna scrive letteralmente la storia di quella scopata. Voglio dire, egli non ha mezzi termini, è schietto e diretto. Però attenzione perchè non è banale. Voglio dire, dietro a quella scopata lui alla fine trae una conclusione. Non so, ci sono modi e modi di descrivere e parlare della vita. Egli sceglie quella più diretta però alla fine di quella sfilza di parole volgari si arriva a qualcosa. Qualcosa che bisogna cogliere abilmente perchè altrimenti lo si interpreta come una mera sommatoria di atti osceni.
Vabbè ho finito con i viaggi mentali spero vi sia venuta voglia di leggere quel libro o vedere almeno il film.

Ah ecco vi rifilo una canzone del Boss. Cosa centra? Una fava ma è da un pò che mi frulla in testa

2 commenti:

  1. Personalmente non ho mai, e sottolineo mai, un solo film tratto da un romanzo comparabile con il romanzo stesso. La scrittura credo sia un mezzo di comunicazione molto più profondo del cinema.
    Le parole creano nella mente del lettore attento un intero mondo, in cui si i rapporti tra i personaggi sono chiari e ben delineati nelle loro evoluzioni. Un film non può portare queste cose agli spettatori, a volte per ragioni puramente tecnico realizzative (un gioco di sguardi descritto con una pagina di testo difficilmente è replicabile con la stessa intensità da un attore) a volte per ragioni commerciali.
    Un film deve incassare. L'arte cinematografica è sottomessa alle logiche commerciali. Il rapporto tra letteratura e cinema non potrà mai essere di 1:1.

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  2. clap clap Ruzza... comunque se se vuoi ti presto questo film... forse è uno dei pochi che non hai ancora visto di kubrick

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