giovedì 8 novembre 2012

Patapierna vs Ballard (o quasi). Perché ci piace sparare a zero su tutto.

Non credo nelle vacanze a Sharm, negli uomini con il costume a forma di slip, nei cani obesi, nei bambini obesi, nello spazio della ventiquattrore, nella gente che sui treni mette lo zaino sul posto quando è tutto pieno sapendo benissimo che ci sarà gente che gli romperà le palle con un :"scusi è libero?"

Non credo nella prepotenza dei vecchi sull'autobus, al loro dovuto rispetto nei loro confronti. Non credo nelle città, non credo nella bellezza di Torino, non credo al "mio posto è questo"

Non credo nell'opera "Cent'anni di solitudine", nella spocchia di Umberto Eco, nei se lo può permettere e nei sogni regalati dal film Dead Poets Society 

Non credo al masochismo liceale nel dover insegnare Kant, nell'utilità dell'ora di Educazione fisica e nelle sopracciglia tatuate della mia vecchia insegnante di ginnastica.

Non credo nei per sempre e nei mai, nell'importanza di dover dare i titoli alle cose




Credo invece nell' amore incoerente del finale di Blow, nel caos ordinato di Mulholland drive, nel fascino di Ivan Karamazov, nella premura di Vromskij e nel doppio jd on the rocks del colonnello Frank Slade.

Credo nella vita di Henry Miller, nel suo amore per Mona, credo nella sbruffonaggine di Bukowski, nelle labbra di Lolita, nel suo eros innato. E credo anche nella'amore tenero e ingenuo di Tereza nei confronti di Tomáš.

Credo nell'ordine delle parole, nel dramma dell'Urlo di Ginsberg e alla tensione post visione di Requiem for a Dream

Credo nella forza della fotografia, nel fascino dell'istante e nel dramma trasmesso dalle foto di Nick Ut 

Credo negli ora e negli adesso, nei singoli episodi, nella casualità, nell'idealizzazione delle cose

Credo nella bellezza del diverso, nella potenza dell'altro

Credo nel dolore, nell'amore e a tutte le altre stronzate che ci riempiono la vita.

Credo nella bellezza di un sorriso sincero, credo nel fascino dei visi rugosi, nelle persone con cui stai bene senza dover per forza dover dire qualcosa per riempire il vuoto del silenzio.

Credo nella bellezza dei paesi.

Credo nella gente che si mangia le unghie e nell'onicofagia come disturbo compulsivo-ossessivo.

Credo nella gente che ha qualcosa da dire, nel dialogo con gente sconosciuta, nella naturalezza di questo gesto e nello stupore di chi non se lo aspetta.

Credo nelle persone, nel loro ruolo di maestri di vita, nell'ascolto.

Credo di credere


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