mercoledì 28 agosto 2013

Ecclesiaste

Vánitas vanitatum, et ómnia vánitas

mai la Bibbia propose una frase così azzeccata in tempi modern
i

venerdì 23 agosto 2013

Tracce di umanità

Come rimanere umani in un mondo in frantumi?

Tra commenti, grafici excel e analisi vari  decido di accompagnare questo molesto lavoro con le notizie trasmesse dai tg spagnoli. Le notizie scorrono: come al solito abbiamo sezione gossip, scandali vari e disastri di guerra.

Improvvisante sento: "Bomba a Damasco, 20 morti". E da lì l'epifania. Madò, giusto l'altro giorno un mio amico siriano ha pubblicato su face la foto di suo cugino morto ammazzato dai ribelli. 
Altra notizia: "Morti sulla Striscia di Gaza". Buon Gesù, ripenso al migliore amico della mia compagna di studi, accoltellato mentre faceva volontariato a Gaza.
Infine: "Mafia, arrestato capo mafioso della 'Ndrangheta". E ripenso alla merda che ho visto con i miei occhi giù al sud.

Perché la mia attenzione e la mia indignazione sono stati risvegliati solo nel momento in cui il dramma mi ha toccato direttamente o indirettamente?

Perché  una bomba fa male solo se è l'esperienza personale a essere coinvolta nell'esplosione?


Oggi ho ripensato a questa dinamica, a questo meccanismo infingardo che svuota di umanità il poco che mi resta. -Non voglio che questo succeda- penso tra me e me. Non voglio abituare me stessa a ciò che il tg e il mondo ci spaccia come normalità. Non voglio abituarmi al silenzio della mia società, al suo velo di Maya.

La lancetta dell'indifferenza che scandisce la nostra vita quotidiana e l'abulia collettiva rappresentano probabilmente il peggior male da estirpare.

Il fatto è che il mondo continuerà a marcire e la mia indignazione verso questa attitudine continuerà a fare un baffo al bambino africano che muore di fame. Questo è palese.
La questione piuttosto sta nello stigmatizzare questa apatia quotidiana, questo socialmente indifferenti, affinché noi, attori sociali, possiamo cercare di mantenerci umani almeno dentro di noi.

E penso vivamente che mantenere queste tracce di umanità possano aiutare il singolo per le piccole realtà che lo circondano.

E poi chissà, il singolo può diventare plurimo. E io continuo ad alimentare la mia vita di sogni e di utopie, e voglio che continui ad essere così. Voglio un mondo in cui tutti, me compresa, siano decongestionati dalle bende della freddezza e dove finalmente ci sia una solidarietà comune e la "voglia di potercela fare"

Alla fine voglio sedermi dalla parte dell'utopia anche se la maggioranza decide di occupare gli altri posti.


domenica 7 luglio 2013

dissonanze discorsive

C: chissà come stanno, è da sette mesi che non vado a trovarli. Ho appena visto un film e tutto mi ha ricordato mia nonna. Quest'anno non è stato il Natale di sempre. Non ho visto mia nonna. E poi boh, alla fine del film, Annes era lì, ferma a letto. E mia nonna uguale. Mi sento una merda, non sono manco andata a trovarla, e poi...
A: Que yo no tengo la culpa,joder, yo lo he dicho, ella me lo dijo sabes? yo...
C: ... alla fine ci penso, il Parkinson, da un giorno all'altro. Quando non capiva nulla, non ci riconosceva, per colpa dei medicinali, mia mamma, santa donna, va là, torna con qualche kilo in meno, il volto sciupato, stanca...
A: Bueno es que al final, ostia, pues mira, yo se lo dije, que putada, si, que putada, es que..
C: Mi manca, e poi boh... non è facile. Però ecco, penso a lei, in questi giorni le scriverò una lettera, magari, voglio dirle quanto le voglio bene.. la cartolina è spesso anonima, la lettera è un ricordo, è più sentita, vuol dire proprio che l'hai pensata..
A: Es que bueno, me cago en todo, lo que...
C: sì penso che in questi giorni comprerò la lettera, gliela manderò, ecco piango di nuovo. Che idiota che sono. Che poi ci penso a lei. Penso a quella Vigilia. Cristo che tristezza, che desolazione, che scena triste. Il ricordo più bello era quando guardavamo Ben Hur, il sabato pomeriggio. Che bei momenti. E ora... e ora...
A: Joder, el parque, ese momento en el parque, yo no hice nada, que puta y que putada, la noche se me...
C: che poi magari un volo, da qui a là non costa manco tanto, son un'ora e mezza d'aereo, non è molto. Bene, ho deciso, domani prendo carta e penna e le scrivo. Lo faccio.
A: Y yo? y yo que? esssss qqqqq ssss ..........

giovedì 24 gennaio 2013

la cosa più importante nella tua vita

A: "oggi mi è stato chiesto di scrivere qual è la cosa più importante nella mia vita"
B: "e te che hai detto?"
A: "beh ci ho pensato un sacco sai..... e ho scritto "parlare con la gente"..."
B:"Che?!"
A:"sì, parlare con la gente... sentire cos'ha da dirmi, la sua storia, le sue opinioni"
B:"sì ho capito, ma perché?"
A: " lì per lì me lo son chiesta pure io... poi ho pensato e mi son detta che non c'è cosa più bella che conoscere le esperienze e i pensieri altrui... non so, penso che il parlare con le persone sia tipo una scuola per la tua vita... ascoltare qualcuno, le sue esperienze, il suo punto di vista.."
B:"sì, ok però non so come tu faccia a relazionarti con tutti..."
A:"beh insomma, fai conto di essere al tuo primo giorno di scuola... sei lì, con voglia di sapere, non ti permetti di giudicare, hai voglia di imparare dagli altri, dalla maestra... e la vita è un po' quello sai... le persone sono i miei maestri, nessuno escluso... penso che ognuno abbia qualcosa da offrire e da insegnarti... io domando, ascolto e son felice"